Oggi è nato il Salvatore

Fatti clamorosi e dolorosi sembrano dirci che Gesù quest’anno non abbia voglia di nascere a Natale e di continuare a salvarci.

Invece non è così: Gesù nascerà anche quest’anno. È la fede dei cristiani.

Il suo Natale vale anche oggi, perché Gesù a Nazareth è nato anche per noi che esistiamo nel XXI secolo.

E  viene al mondo come un bambino qualunque in una famiglia ricca di amore per rendere visibile nella storia l’amore di Dio per tutta l’umanità.

Una nascita che lo porterà alla crocifissione, ma anche alla resurrezione.

Egli è nato “una volta per tutte” per annunciare la salvezza di tutti gli uomini: Nessuno escluso.

Lo farà anche quest’anno (il nome Gesù vuol dire “il Signore salva”): l’ha fatto per quelli vissuti prima di lui, per quelli che lo hanno conosciuto direttamente e per quelli, come noi, che esistiamo duemila anni dopo la sua nascita.

Sì, Gesù nascerà anche per noi del 2014!

Dio non si stanca di nascere.

La sua nascita significa che non si stanca di volerci bene: Siamo oggetto del suo Amore.

Ecco perché il Natale non è un semplice anniversario della nascita di Gesù (è anche questo), ma è di più: è celebrare un mistero che ha segnato e continua a segnare la storia dell’uomo.

Certo noi uomini facciamo di tutto per stancarlo e anche offenderlo, non meditando sulla Sua incarnazione, non seguendo i Suoi insegnamenti, non amando come Lui vuole.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: guerre, fame, ingiustizie, ruberie, assassini, mancanza di perdono e di solidarietà.

Sarebbe per gli uomini, Gesù potrebbe anche non nascere, ma la Sua nascita non dipende da noi, ma dalla Sua bontà.

E questa è infinita: dimentica le offese, perdona i peccati, …

Gesù nascendo, testardamente, insiste perché gli uomini abbiano una vita felice, vivano tutti come fratelli, in pace.

E noi invece… perseveriamo nel tradirlo, a fare i Giuda.

Ancora una volta, anche nel 2014, il Suo Amore è la vera, unica rivoluzione di cui gli uomini possano andare fieri.

È Lui il Maestro: ce lo ricorda S. Paolo quando ci dice che Gesù è venuto per “insegnarci a vivere”.

Molti vivono come Dio ha voluto e vuole, ma la maggior parte si lascia vivere, è vittima della pena di esistere.

È da responsabili chiedersi: Sono uno dei “molti” o uno della “maggior parte”?

Gesù nascendo vuole che i “molti” diventino “tutti”: per questo continua a farsi uno di noi, continua ad unirsi a ogni uomo, partecipandoci la vita divina, la più grande dignità cui ogni uomo possa aspirare.

È questo il senso del ritornello al salmo responsoriale durante la Santa Messa della notte di Natale: “Oggi è nato per noi il Salvatore”.

L’effetto della Sua nascita perdura (“oggi”) pur se sono trascorsi secoli: la Sua nascita continua ad investire e a permeare tutta la storia, è una realtà anche oggi.

È speranza, è luce che sopravanza ogni tenebra.

È il bene che vince il male.

È amore che supera ogni odio.

È vita che sconfigge la morte.

È annuncio, anche a noi del XXI secolo, che si propone: a vincere sarà il Suo amore, a morire sarà il peccato.

Ogni peccatore è un perdente in partenza, uno sconfitto, il più delle volte, anche durante l’esistenza terrena.

18.12.2014                        Simone Scibetta